Atelier di tecniche pittoriche - atelier di fotografia

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, è senza dubbio uno dei geni della pittura di tutti i tempi. L'osservazione e lo studio delle sue opere consente a chi vi si accosta di prendere immediata coscienza della complessità della composizione pittorica nei suoi aspetti cromatici, luminosi, dinamici. La perfezione anatomica che caratterizza la sua pittura non è mai puramente virtuosa ma sempre pulsante di vita e, quando i corpi dipinti sono corpi privi di vita, la loro perdita di energia è talmente "palpabile" all'occhio da provocare in noi un sentimento di profonda pietà umana.

Abbiamo scelto, come opera da cui partire, la Cena in Emmaus esposta a Brera che, pur essendo una tela "dimessa", rispetto ad altre più esuberanti del Caravaggio, contiene comunque tutta la grandiosità del pittore, resa apparentemente umile dalla riduzione della tavolozza (e dalla tavola attorno a cui accade così umanamente ciò a cui assistiamo).

L'occasione di poter guardare questa tela dal vivo a Brera è stata una delle ragioni principali della nostra scelta.

Dopo esserci avvicinati attraverso l'osservazione di vari dettagli presenti nella sua opera, ci siamo recati in sala posa con l'insegnante dei fotografia, dove abbiamo cercato di ricreare una sorta di ricostruzione dinamico-spaziale-luminosa della Cena in Emmaus. Quest'ultima operazione ci ha portato alla ricostruzione spaziale del punto di vista di Caravaggio, ricercandone in particolare la costruzione della luce e il suo impatto sulle forme e sulle strutture. Abbiamo cercato di capire come è stata illuminata la scena e da quali e quante sorgenti giunge la luce. Abbiamo così potuto avere un primo approccio attraverso la nostra esperienza concreta del complesso rapporto tra spazio fisico, spazio pittorico e spazio fotografico.

Simonetta Martini
Carolina Nazar
Andy Vattilana